è il visual della XIII edizione di Taobuk SeeSicily, che dal 15 al 19 giugno dipanerà il concept “le libertà”. Tema di scottante attualità che l’artista ha voluto sintetizzare in un’immagine pregna di alto valore semantico: l’uomo e la volontà di raggiungere il cielo come metafora di un istinto incoercibile. Un personaggio mitologico, Icaro, aveva osato sfidare gli dei costruendo ali di cera che si sciolsero miseramente vicino al sole. Un anelito mai sopito, con tanti progetti concepiti da menti geniali rimasti sulla carta fino al 19 settembre 1783, giorno in cui il primo pallone aerostatico si librò su Versailles.
Una mongolfiera che plana verso l’alto: il visual per Taobuk 2023 realizzato dall’artista Velasco Vitali
Una mongolfiera che si libra nell’aria, realizzata da Velasco Vitali
“Aria è l’aria musicale, uno stacco da terra – spiega Velasco Vitali – La mongolfiera è il primo progetto di volo, tutt’ora esistente e praticato. Una metafora di libertà e un invito a guardare il mondo dall’alto. Ho immaginato questo disegno per Taobuk 2023 come una macchina volante dalla geometria perfetta, la più semplice costruita dall’uomo, al limite dell’astrazione, una scansione di colori che includono in sintesi l’intera gamma dei nostri desideri di libertà, a cominciare dalla vasta campitura gialla che fa da sfondo, un cielo inondato di abbagliante luce solare mediterranea che invita a rimescolare colori e bandiere. Tessuti ben cuciti, un cestello, aria calda e zavorre da lasciare cadere sulla propria via, solo così può iniziare un volo, un’avventura. È anche la rappresentazione simbolica più ovvia dello stacco da terra ed è connessa a un innato desiderio di volo, l’unica vera azione capace di contraddire la nostra dimensione naturale di ancoraggio al suolo. L’immagine connessa all’idea del viaggio aero-statico è un invito a staccarsi lentamente da terra, verso una libertà con una storia da raccontare che si rivelerà solo durante l’ascesa, quando scopriremo che il nostro vero interesse non sarà rivolto allo spazio infinito del cielo, ma alla terra, vista da un altro punto di vista, percepita come un territorio vastissimo e libero dai confini che gli abbiamo assegnato. È il dilatarsi del concetto di libertà che s’amplifica con crescere della distanza dal suolo. Duchamp rinchiuse l’aria di Parigi in un’ampolla di vetro, forse con il preciso intento di materializzare ciò che è imprendibile e provare a trasformare l’aria in opera d’arte, come se il più libero dei pensieri lo si potesse ancorare al reale e consegnarlo confezionato alla portata di tutti, pronto da riaprire al bisogno per soddisfare un desiderio di volo e di libertà. Come una musica, un’aria”.
In Memorial do convento di José Saramago, padre Bartolomeu Lourenço de Gusmão, vittima dell’Inquisizione, vuole costruire mescolando scienza e misticismo un aerostato “fatto di sole, ombra, nuvole chiuse, calamite e lamine di ferro” per raggiungere la libertà.
Padre Bartolomeu è un personaggio realmente esistito che fu soprannominato “volatore” proprio perché agli inizi del XVIII secolo (alcuni decenni prima dei fratelli Montgolfier) è riuscito a far sollevare da terra alcuni aerostati di medie dimensioni.