“La verità è impossibile da definire, ci sono verità scientifiche che mutano e verità religiose nelle quali uno sceglie di credere o si può scegliere di non credere a nulla. È come una barzelletta la ricerca della verità: si scala una montagna per trovarla e si ottiene in risposta a una battuta spiritosa”. Sapeva sempre cosa dire, Auster, e aveva le parole giuste per farlo. Generoso, solo come i grandi sanno esserlo, a Taobuk non ha lesinato parole, riflessioni, si è concesso alle domande del pubblico e dei giornalisti anche nelle altre due occasioni che lo hanno visto protagonista: al San Domenico Palace Hotel in dialogo con Giorgio Van Straten e a piazza IX aprile con Elvira Terranova. Eventi straordinari, densi di significato, impressi nella memoria. Un’atmosfera al contempo amicale e solenne, con la più alta carica dello Stato, Mattarella, e luminari della letteratura e delle arti, come Auster, Houellebecq, Giorgio Parisi, Emilio Isgrò, a scambiarsi idee e a scrivere la storia.
Hanno deciso di farlo a Taobuk, unico festival italiano che nel 2022 ha ospitato il grande scrittore americano scomparso due giorni fa, le cui parole adesso riecheggiano nelle nostre menti, scolpite anche sulle pagine di Sette, il settimanale del Corriere della Sera, in una bella intervista a firma del giornalista Luca Mastrantonio. A Taormina, Auster ha dispensato insegnamenti, instillato riflessioni, condiviso Weltanschauung, esternato timori, tracciato vie da percorrere, accendendo un faro anche sugli Stati Uniti. E creando, così, un ponte ideale del libero pensiero tra il Vecchio e il Nuovo Continente.