«Una donna scrive romanzi di fantasia, amore, favole. Un uomo scrive roba seria». Detto da una premio Nobel per la letteratura fa un certo effetto. Quando Annie Ernaux ha pronunciato quelle parole a Taormina, durante la scorsa edizione di Taobuk, accanto a lei, con il microfono in mano, c’erano altre due grandi scrittrici, Azar Nafisi e Joyce Carol Oates. Oggi, che si celebra la giornata internazionale della donna, quelle parole pesano ancora di più e suonano insieme come una provocazione e una presa di coscienza. Perché nascere in un corpo femminile implica ancora diffidenze, discriminazioni, giudizi. Anche quando si tratta di libri. «In letteratura, gli scrittori sono quasi tutti uomini – ha spiegato con voce ferma e sguardo malinconico Ernaux – Per questo ringrazio Taobuk: avere invitato tre donne scrittrici è un segnale importantissimo». Un manifesto di libertà, in un’edizione del Festival che proprio alle libertà era dedicata.