Nel 1967 Giuseppe Ungaretti, curando la prefazione al catalogo di una mostra di Corrado Cagli, scrisse: «Sono tanti anni che vivo in mezzo agli artisti e ho conosciuto i più grandi di questi tempi, italiani e stranieri, e li ho visti lavorare, da cinquanta, da sessanta anni, perché ho tanti anni sulle spalle. Quest’uomo è il più sorprendente, è quello che ha avuto maggior grazia. Da chi gli è venuta questa grazia? Non lo so, ma è quello che ha la maggiore grazia, grazia non priva di forza, grazia non priva di sofferenza, non priva di impeto, non priva di foga, non priva di voluttà».
Corrado Cagli, taorminese d’adozione, nasce ad Ancona il 23 febbraio 1910 da Alfredo Cagli e Ada della Pergola. Nel 1914, a soli quattro anni, collabora al “Corriere dei Piccoli”, realizzando dei disegni di animali all’interno di un giardino immaginario. Si trasferisce quindi a Roma con la famiglia ed illustra le copertine per una rivista della Croce Rossa Italiana Giovanile. A Roma parteciperà alla decorazione del salone del Teatro del Gruppo Campo Marzio Trevi Colonna. Diventa Direttore della fabbrica di ceramiche Rometti di Umbertide, facendo realizzare ceramiche bellissime dotati di una vernice speciale detta “nero fratta”.
Nel 1931 si costituisce il gruppo dei “nuovi pittori romani” fondato dallo stesso Cagli, insieme a Capogrossi e Cavalli, primo nucleo della “Scuola Romana”.
Grande esponente della pittura murale, nel 1933 le sue opere saranno presenti alla V Triennale a fianco di Sironi e Carrà. Dal 1934 inizia a collaborare con la storica “Galleria della Cometa” di Anna Letizia Pecci Blunt, inaugurata con una mostra di suoi disegni.
Cagli sarà accusato di disfattismo dalle autorità fasciste a causa del tema di alcuni suoi dipinti, in mostra durante l’Esposizione Internazionale di Parigi, che Galeazzo Ciano ordinerà di distruggere. Fortunatamente, l’ordine di Ciano verrà ampiamente disatteso, ma, da quel momento in avanti, Corrado Cagli e tutto il gruppo della Galleria La Cometa, saranno nel mirino dei frequenti attacchi nazionalistici ed antisemiti di Giuseppe Pensabeni che costringeranno il pittore a lasciare l’Italia, nel 1938. Cagli si recherà prima a Parigi, dove avrà contatti con i grandi personaggi del mondo della musica e della danza e lavorerà per allestire importanti scenografie per la “Ballet Society” di New York, divenendo amico del compositore Igor Stravinskiy.
Dal 1939 si trasferirà a New York, dove aveva sede una succursale della Galleria della Cometa, inaugurata con una collettiva di opere di cui molte di Cagli.
Ottenuta la cittadinanza americana, combatté nell’esercito degli USA contro i nazifascismi europei.
Dedicherà un ciclo detto delle “tavolette” a temi dell’arte primitiva africana ed orientale, recuperandone l’aura magico-tolemaica, eseguirà poi le note “policromie”, che preludono alle opere degli anni Sessanta. Non gli sarà estranea la scultura. Tra materiali da lui usati, l’acciaio inossidabile ed il bronzo.
Cagli sceglierà Taormina per vivere e lavorare lontano dal tran tran della grande città, iniziando a frequentarla negli anni Cinquanta e comprando successivamente una splendida casa sulla Circonvallazione, già appartenuta alla famiglia Atenasio. Qui realizzerà molte delle sue opere tra gli anni Sessanta e Settanta.
Ebbe sinceri rapporti di amicizia con molti dei protagonisti della cultura italiana di quegli anni, quali Giuseppe Ungaretti, Riccardo Muti, Pier Paolo Pasolini, Alfonso Gatto, Elio Vittorini.
Opere di Cagli fanno parte delle collezioni artistiche di musei e fondazioni pubbliche e private in tutto il mondo. Dopo aver esposto nelle più importanti gallerie ed aver ottenuto un riconoscimento universale, Cagli si spense a Roma il 28 marzo 1976.
Nello stesso anno avrebbe avviato la sua attività una Fondazione a suo nome, diretta dal segretario personale e curatore dell’opera del Maestro, Comm. Franco Muzzi, con sede a Firenze e dotata di un ricco archivio e di molte opere. Muzzi ha di recente donato al Comune di Taormina il dipinto del Maestro intitolato “Il Narciso”. Anche la Città di Taormina non ha dimenticato Corrado Cagli, di cui, negli anni, sono state promosse numerose personali e retrospettive. A Corrado Cagli Taormina ha anche intitolato una via.
Nel vicino paese di Letojanni è oggi possibile vedere la statua del “Diogene” di Cagli, dono dello stesso artista, in una piazza a lui intitolata.
Le parole del poeta Ungaretti ci consegnano del grande pittore un ritratto che non potrebbe essere più limpido: «Cagli quando si mette davanti a una tela sa dove vuole arrivare, sa prima di cominciare a lavorare ad una tela dove vuole arrivare: ha questa cosa in sé, negli occhi, nelle dita, nel corpo; ha questa cosa in sé, nella fantasia, nel sentimento, e questa cosa dà questi risultati che sono stupefacenti come miracoli».