L’editoriale di Antonella Ferrara

Divide e unisce. Unisce e divide. È l’ambivalenza della demarcazione, l’altro volto della contiguità. Anche la “cortina” più impenetrabile postula vicinanza, definisce la reciproca prossimità. La linea tracciata, fisica o geografica, ideale o interiore, sarà per ciò stesso in comune tra gli elementi in gioco. La “striscia” può certo dividere ma altrimenti unire, essere un muro o un ponte, un divieto o un passaggio. Il latino ha un termine preciso per definire il vicino, l’attiguo: “confinis” indica appunto il confinante, colui che sta da una parte e ha il suo omologo dall’altra. A suggerire l’interdipendenza sono gli elementi che compongono la parola: il suffisso “con” che implica condivisione, unito a “finis” che marca il limite dello spazio, vuoi reale o virtuale, intimo o collettivo.

Ed è su questo crinale ambivalente che la quindicesima edizione di Taobuk ruota intorno al concept ‘con-fini’, palesandone la struttura etimologica. Un tema che consente al festival di proseguire in quell’analisi multidisciplinare – letteraria e artistica, geopolitica e scientifica – che affonda nelle radici del pensiero e dello scibile per leggere il presente e proiettarsi nel futuro.

Ancora una volta la kermesse invita a riflettere su una delle nozioni più complesse e sfaccettate della storia umana, indagandone gli importanti risvolti, anche drammatici, che si consumano ai nostri giorni, qui e ora. Confini fisici, geografici, culturali, politici, etici e persino personali: tutti questi aspetti si intrecciano nella trama dell’esperienza umana, offrendo un fertile terreno di discussione su ciò che significa tracciare limiti e, al tempo stesso, superare barriere. E ancora una volta il Mediterraneo si fa protagonista di questa congerie.

Il tardo latino “confinis” concilia dunque il contrasto tra gli arcaici “limen” e “limes”. Nell’antica Roma si faceva infatti una netta distinzione tra un varco inviolabile (limen) che divideva il mondo conosciuto da quello sconosciuto, e una soglia (limes) che fungeva da ingresso in uno spazio familiare, simbolo di apertura e dialogo. ‘Confinis’ abbraccia le due prospettive: il confine circoscrive, ma al contempo diventa luogo d’incontro con l’altro. In questo senso, non rappresenta solo un ostacolo, ma anche uno spazio di transizione e contaminazione, dove si verificano processi di attraversamento e integrazione.

Taobuk declinerà il tema con l’ausilio di scrittori e artisti, scienziati e maître a penser, per sciogliere e delineare le grandi incognite dell’epoca che viviamo. Per raccogliere la sfida che i confini pongono nella società contemporanea, nelle relazioni internazionali, nella scienza e nell’etica: come gestire la tensione tra chiusura e apertura, tra protezione e accoglienza?

– Antonella Ferrara
Presidente e Direttore Artistico, Festival Taobuk