Giovedì 20 Giugno - Ore 19:00

Tra vita e morte, lo spazio sacro dell’identità

Un’ode civile.

Generale

Si muore in guerra, si muore migrando, si muore, a volte, perché non si vuole più vivere. Cos’è la morte se non una maschera e cos’è la vita se non un nomos? Se l’esistenza ha un senso, il nostro rapporto con la fine ne è la spia. E il senso della vita cos’è se non il suo essere sacro? Dai naufragi nel Mediterraneo all’euatanasia fino al suicidio, Luciano Violante riflette sulla morte in un saggio emozionante e lucido, Ma io ti ho sempre salvato. La maschera della morte e il nomos della vita (Bollati Boringhieri). “Io ti ho sempre salvato”, dovrebbero poterlo dire tutte le madri, nei lager libici o tunisini, in Ucraina, a Gaza e Israele. La frase che rivela chi siamo, la nostra identità. Per l’ex magistrato e politico, non ci sono scuse. La morte – insieme alla difesa della vita, che ne è una controparte obbligata – è uno dei principali “atti politici” di cui una democrazia deve occuparsi.

In dialogo con Elvira Terranova, AdnKronos.

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