La letteratura uno spazio di libertà e insieme di dissonanza, abitato da personaggi disfunzionali, affaccendati nelle piccole cose della vita. Acuta, ironica, graffiante, Yasmina Reza il 22 giugno riceverà il Taobuk Award for Literary Excellence, nel corso della serata di gala al Teatro Antico di Taormina. Narratrice, drammaturga, sceneggiatrice e attrice, figlia di padre iraniano e madre ungherese e parigina doc, è autrice di capolavori come Il dio del massacro, portato al cinema da Roman Polanski con Carnage, Felici i felici e Babilonia.
Nella sua “commedia umana”, messa in scena sul palcoscenico e sulle pagine di un libro, non ci sono né vincitori né vinti. C’è solo l’umanità allo specchio. Nuda, meschina, debole. In cerca di un’identità che, il più delle volte, è solo un disperato bisogno di accettazione. La felicità è una chimera, la quête che agita l’animo umano. E l’abitudine cos’è se non una forma di rassegnazione che rassicura e conforta? Come un compromesso che tutto governa adagiando le relazioni umane su solchi rodati e affidabili. Per paura della solitudine e dell’abbandono, forse. O di confrontarsi con se stessi. E con l’ombra della morte, che aleggia invisibile sullo sfondo della prosa.