Giornata della memoria 2024

“Esiste oggi un dibattito sulla Shoah in quanto avvenimento dal significato universale e non esclusivamente ebraico?”

E ancora: “Tale dibattito è significativo e autentico oppure con l’andare degli anni si è trasformato in una sorta di obbligo formale, di tributo che il senso di colpa europeo si sente in dovere di pagare una volta all’anno agli ebrei e ai patimenti da loro subiti durante la Shoah? E noi rappresentanti di questa generazione, di tutti i popoli e le religioni comprendiamo l’incisività e l’attualità degli interrogativi che la Shoah ci prospetta e la rilevanza che hanno per noi ancora oggi soprattutto oggi?”.

David Grossman, in Sparare a una colomba (Mondadori) si interroga sul senso della Giornata internazionale della memoria che ricorre il 27 gennaio. Sei milioni di ebrei morirono in un eccidio senza precedenti nella storia dell’umanità che, dopo quel momento, non fu più la stessa.

Ma ricordare, ricucire la trama della storia e cristallizzarla nella mente, come un fatto acquisito che resta lì assopito e fa capolino nella nostra vita una volta l’anno quando cadono le ricorrenze, è sufficiente?

Per lo scrittore, Taobuk Award 2021 e autore tra gli altri di Che tu sia per me il coltello e Qualcuno con cui correre, no. Perché il rischio è che questa disquisizione rimanga a un livello puramente teorico, appaia, per usare le sue parole, “come una sorta di dissertazione filosofica, distante dagli esseri umani”.
Serve un passo in più, un salto in avanti che solo l’arte è in grado di compiere.

“La letteratura, la poesia, il teatro, la musica, il cinema, la pittura e la scultura sono i luoghi in cui l’individuo moderno può affrontare la Shoah e sperimentare le sensazioni e la particolare esperienza umana che la ricerca e il dibattito accademici solitamente non sono in grado di far rivivere”

Gli artisti, per lo scrittore israeliano, hanno allora una responsabilità: “presentare le cose in modo immediato, non manipolativo, sentimentale, volgare o esaltato”, senza cadere nella trappola dei “cliché di parole e di sentimenti intesi, in verità, a proteggerci da quella insopportabile sofferenza”

L’arte veicola riflessione, si fa portavoce di messaggi particolari e universali che trascendono l’io e abbracciano l’umanità

 

E Taobuk è insieme megafono e palcoscenico dell’arte, in tutte le sue declinazioni, e dei messaggi che essa esprime.

 

Non è un caso che due anni e mezzo fa proprio a Tabouk, Grossman, in dialogo al Teatro Antico di Taormina con il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, ha emozionato la platea, raccontando il dolore per la perdita del figlio Uri. E cose mai rivelate prima: l’importanza di includere il nemico nella nostra storia perché “lui sa di noi più di quanto noi sappiamo di noi stessi” e perché “se il nemico non conosce la nostra paura non riuscirà mai ad accettarci, non ci sarà mai convivenza pacifica”.

Il peso della memoria può così alleggerirsi e diventare costruttivo se si disfa dei retaggi accademici e si tramuta in una sfida della ripartenza.

“Troppa ideologia non è mai positiva”

Dice lo scrittore israeliano davanti al pubblico di Taormina in religioso silenzio. E Continua:

“Perché ti paralizza, ti imprigiona. Come se fossimo congelati. Bisogna dare la possibilità alla narrazione tra Israele e Palestina di sciogliersi e liberarsi”.

Non solo Grossman. Nella Giornata dedicata alle vittime dell’Olocausto, vogliamo ricordare anche i Taobuk Award 2017 e 2018, Abraham Yehoshua e Amos Oz. E affidare alle parole di quest’ultimo, pronunciate in una masterclass del festival che rimarrà a lungo impressa nella memoria, un’ultima riflessione:

“Sono per quelle rivoluzioni che non presuppongono versamento di sangue. Pur essendo un militante che ha fama di essere intransigente, preferisco definirmi un evoluzionista non un rivoluzionario. E da più di sessant’anni, praticamente tutta la vita, insieme ad altri che la pensano come me, cerco una soluzione pacifica di compromesso al doloroso conflitto che affligge israeliani e palestinesi. Perché il rispetto della vita umana è una priorità irrinunciabile, questo è il mio credo”.

 

 

Rivivi la masterclass “Evoluzione o rivoluzione?” di Amos Oz a Taobuk 2018

Rivivi i momenti più belli dell’edizione 2023 del Festival