che anno dopo anno, edizione dopo edizione, è sempre più palcoscenico internazionale della letteratura, della scienza e delle arti, richiamando a Taormina le voci più autorevoli del nostro tempo per scandagliare le istanze più urgenti dell’attualità.
Il premio Nobel per la letteratura Jon Fosse a Taobuk 2024
Ancora un premio Nobel a Taobuk,
Dopo avere ospitato 10 premi Nobel, tra cui l’anno scorso Annie Ernaux, Nobel per la letteratura 2022, 2 premi Pulitzer, 3 premi Oscar, il festival è pronto ad accogliere, nell’ambito della sua 14esima edizione,
Jon Fosse, che nel 2023 è stato insignito con il più alto riconoscimento per la letteratura, il premio Nobel.
Lo scrittore, poeta, drammaturgo e intellettuale poliedrico norvegese il 22 giugno, in occasione della tradizionale serata di Gala trasmessa su Rai 1, riceverà nella suggestiva cornice del Teatro Antico di Taormina, il prestigioso Taobuk Award riservato alle eccellenze del mondo letterario, artistico e scientifico e consegnato negli anni passati ai premi Nobel Orhan Pamuk, Mario Vargas Llosa, Svetlana Aleksievič, Olga Tokarczuk e Annie Ernaux, Giorgio Parisi per la Fisica, Shinya Yamanaka e Gregg Leonard Semenza per la medicina, ai premi Oscar Giuseppe Tornatore, Nicola Piovani ed Ennio Morricone e ai grandi scrittori internazionali come Isabelle Allende, David Grossman e Abraham Yehoshua.
Fosse, autore di grandi capolavori, da Melancholia fino al libro-mondo Settologia, ha fatto della prosa lo strumento per dire l’indicibile, del teatro la rappresentazione dell’inenarrabile e della sua mistica introspezione della condizione umana la sua personalissima impronta distintiva che gli ha consentito di sublimare la scrittura in una profonda esperienza spirituale, da condividere in connessione con la sensibilità del lettore. Una visione carica di valori, in cui la distanza apparentemente incolmabile tra l’infinitesimale e l’infinito si annulla per ricongiungersi nell’unità del Creato. La sua prosa si sonda lenta, cadenzata come un
flusso di coscienza che indaga il significato supremo dell’esistenza,
a tratti ipnotica attraverso l’uso di ripetizioni dall’effetto ritmico coinvolgente come in una danza.
“Scrivere per me è come pregare”
Lo ha detto Fosse, restituendo in una frase il senso della sua opera negli ultimi 12 anni. Era il 2012 quando si convertì al cattolicesimo, come due secoli prima Alessandro Manzoni, che si affidò alla provvidenza del “Divin Fattore”, con la fede che diviene foriera di un’ispirazione profondamente ridisegnata che plasma ogni cosa e tramuta l’arte in una preghiera per quel continuo oscillare tra luci e ombre. Fosse, urlando sottovoce questa aspirazione a una dimensione assoluta, sciolta dalla caducità terrena, dissolve nell’atto creativo della scrittura i contorni del reale che si fanno visione e visionarietà fiabesca, fino a evocare l’aldilà e “un Dio di cui l’uomo non può fare a meno”.
Una presenza che è un altro tassello importante nella storia del festival che in questi 14 anni è diventato un punto di riferimento nel palcoscenico culturale internazionale, restituendo a Taormina la sua vocazione letteraria millenaria che l’ha resa storicamente crocevia di culture e meta preferita di grandi scrittori, da Oscar Wilde a David Herbert Lawrence, da Tennessee Williams a Truman Capote.